La scuola di Verano al tempo del Coronavirus (quinta settimana)

L’evento clou della settimana è stata la riapertura della Scuola avvenuta sabato 28 marzo, alla mattina. 

Proprio non potevamo sopportare che alcuni studenti avessero difficoltà a partecipare alla didattica a distanza, sia perché disponevano di strumenti informatici insufficienti, sia perché le famiglie talora devono gestire diversi figli e lo smart working dei genitori. Sia perché in molti casi, libri e quaderni erano stati lasciati nelle aule scolastiche, dove forse non rientreremo più per quest’anno scolastico.

Abbiamo consegnato 35 notebook e tablet in comodato d’uso gratuito (in aggiunta ai 6 device che avevamo consegnato 2 settimane fa), per consentire ai bambini, che hanno problemi, la partecipazione alla didattica a distanza. Tendenzialmente, abbiamo dato portatili ai ragazzi più grandi e a chi non aveva altri computer in famiglia, tablet ai più piccoli.

Abbiamo ricevuto circa 75 famiglie che dovevano ritirare libri e quaderni lasciati nelle aule e necessari per studiare a casa.

Per noi è stata una piccola grande impresa. Abbiamo raccolto i bisogni, tramite i coordinatori e un modulo Google, abbiamo dato un appuntamento preciso alle famiglie, allo scopo di non creare assembramenti.

Tutto si è svolto con ordine. Sono state particolarmente curate le precauzioni di sicurezza.

Sforzo titanico ma ottima riuscita!

Il risultato è che a Verano la partecipazione alla didattica a distanza è ora vicina alla totalità.

Perché l’abbiamo fatto? La scuola è un servizio pubblico. Vuol dire che noi, facendo funzionare la scuola, in questo momento eccezionale, garantiamo qualcosa di essenziale, come la formazione dei bambini e dei ragazzi e quindi siamo in seconda linea (in prima linea c’è il personale sanitario) per tenere assieme la società.

Un grazie particolare a chi è venuto a lavorare, magari con un po’ di preoccupazione, per dare la possibilità di imparare ai nostri ragazzi.

“Commandos tablet” in azione, la scuola riapre per una mattina

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La didattica va avanti oltre la distanza  La Secondaria procede spedita, salvo qualche intoppo tecnico. Ogni classe continua ad avere 15 o 16 ore settimanali di videolezioni e un’intensissima attività in Classroom.

Leggete l’articolo sulla Didattica a distanza del punto di vista dei genitori, scritto da Barbara Tomanin e Samuele Consonni. Non solo genitori di una studentessa della IB, ma anche rappresentante presso il Consiglio d’Istituto e vicesindaco. Cosa vorrà dire il titolo Un antidoto per la Kryptonite?

 

Le 19 classi della Scuola Primaria stanno estendendo l’offerta di videolezioni. Ormai si capisce che il secondo quadrimestre o si dipana tra mail e piattaforme o non si svolge. Siamo passati dalle 45 videolezioni della quarta settimana alle 60 della quinta settimana e alle 71 previste per la settimana in corso.

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E’ per la scuola una fase entusiasmante ed agitata. Accade che una mamma di IIC della Primaria e le maestre della stessa classe scrivano in contemporanea un articolo sugli accadimenti digitali. Cosa mai saranno gli intervalli telematici?

2^C della Scuola Primaria. Gli insegnanti: suona la campanella dell’intervallo “telematico”!

2^C della Primaria. I genitori: legami che si rafforzano

C’è un bisogno di relazione tra i bambini e i ragazzi che si esprime con i canali che hanno a disposizione, anche con Google Meet. Attivando questi strumenti di collegamento tra le persone, la scuola non risponde solo alla domanda di istruzione, ma anche a quella di continuare a vivere all’interno di piccole calde comunità, come quella della classe. La scuola è anche intervallo.

A proposito di relazioni … quando si conosce una sola persona gli si porge la mano. Quando si vuole esprimere affetto, si dà una carezza con la mano. Quando si vuole rialzare o sospingere qualcuno, lo si fa con le mani. Ma il contatto con le mani è una delle grandi proibizioni del tempo del coronavirus. E allora le maestre della Scuola dell’Infanzia si sono inventate un quiz a tema: di chi sono queste mani? Certo che le mani fatte di carne e non di bit sono un’altra cosa.

Perché è una fase agitata? Perché fronteggiamo tante situazioni nuove. Come regolare l’accesso alle piattaforme di comunicazione? Come affrontare le intemperanze di alcuni studenti (chi non è virtuoso “in presenza” potrebbe non esserlo nemmeno online)? Come fronteggiare gli improvvisi cambiamenti nelle configurazioni dei programmi che utilizziamo? Come rilevare le presenze e le assenze? Come valutare l’apprendimento degli studenti? Questo coronavirus tiene i nostri corpi chiusi in casa ma mantiene le menti bene aperte.

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La solidarietà è sempre una risorsa. Da mercoledì scorso, 25 marzo, è attivo un Help Desk informatico per i docenti, curato da Elisabetta Sala e Gianluca Albanese. Al primo degli incontri settimanali settimanali erano presenti 42 docenti del Comprensivo, in rappresentanza dei tre plessi. Si è parlato dei moduli Google e c’è stata la possibilità di porre domande. E’ bello vedere una comunità di professionisti che ha un problema comune da affrontare, utilizza strumenti simili e che apprende insieme.

A proposito di solidarietà, amplifico le parole rivolte ai suoi colleghi dalla prof. Grillo. “Ne approfitto anche io per ringraziarvi per la compagnia e il sostegno in questo periodo.  Siamo fortunati perché facciamo un lavoro bellissimo, con voi poi ancora di più”

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La solidarietà funziona anche tra le scuole. Le chat dei dirigenti scolastici della Brianza sono una vera miniera di soluzioni per i problemi che tutti stiamo affrontando. E non solo! Nei giorni scorsi ci sono state scambi di aiuto con scuole di Monza, Besana, Desio, Carate.

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In queste settimane la gran parte dei docenti sta svolgendo una funzione civile importantissima per la tenuta sociale, emotiva e di contenimento per milioni di bambini, ragazzi e famiglie obbligati in casa. 

Il messaggio ci arriva forte e chiaro dai bambini della IA della scuola primaria: la scuola non si ferma, ognuno di loro non si ferma, anche di fronte all’assalto di un “nemico invasivo e sfuggente”. E chi potrebbe bloccare l’energia di bambini di 6 anni?

C’è bisogno di un aiuto in più? Continua il progetto di ascolto psicopedagogico “Camelot”: potete chiamare la dottoressa Fornasari e consultarla attraverso chiamate o videochiamate. 

La scuola di Verano al tempo del Coronavirus (sesta-ottava settimana)

La scuola di Verano al tempo del Coronavirus (quarta settimana)