Lasciate che i ragazzi di seconda e terza secondaria tornino a scuola dopo Pasqua! La lettera di un Dirigente scolastico

Condivido in tutti i sensi la lettera inviata al Ministro da un collega Dirigente scolastico della zona.

Nessuno dei nostri studenti utilizza i servizi di trasporto pubblico, che sono un oggettivo punto critico. Stiamo prendendo ogni possibile precauzione contro la diffusione del contagio all’interno della scuola. Nella nostra Scuola secondaria i casi di positività sono stati meno delle dita di una mano.
Ora ricordiamoci il dovere di aver cura della salute mentale dei nostri ragazzi.

Giuseppe Scaglione

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Gent. Ministro Patrizio Bianchi,

anche se ne sarà già a conoscenza vorrei partire dai dati: i disturbi psichiatrici nei preadolescenti e negli adolescenti sono cresciuti in modo impressionante nell’ultimo anno e mezzo. Gli accessi nei pronto soccorso pediatrici per problematiche neuropsichiatriche sono quasi raddoppiati e i ricoveri nei reparti sono aumentati tra il 20 e il 30%. Ci sono bambine che già a 9 e 10 anni sono a rischio di anoressia. Nella fascia fino ai 23 anni circa il 40% in più di depressioni gravi, episodi psicotici, disturbi bipolari, ritiro sociale, gesti autolesionistici, aggressività agita nei confronti dei familiari. I tentativi di suicidio registrati dall’Ospedale Regina Margherita di Torino sono passati nel 2020 da 7 a 35 rispetto all’anno precedente. I suicidi portati a termine nella fascia d’età 15/19 anni rappresentavano già in epoca precovid la terza causa di morte dopo incidenti stradali e tumori, ma nell’ultimo anno sono purtroppo talmente aumentati che quella terribile classifica potrebbe essere addirittura modificata. Sono numeri da capogiro, segnalano una sofferenza psichica ormai divenuta insopportabile soprattutto per i soggetti più fragili.

Gli adolescenti hanno una necessità vitale di uscire di casa, stare in compagnia dei loro coetanei, confrontarsi, giocare, magari anche litigare ma esserci e essere riconosciuti dagli altri, altrimenti il rischio di sviluppare patologie psichiatriche anche gravi aumenta esponenzialmente. Mettiamo i nostri figli al riparo dal virus del covid, come è giusto che sia, senza accorgerci che c’è un altro “virus” che agisce subdolamente a livello emotivo-relazionale, che è pericoloso almeno quanto il primo e che rischia di fare danni assai più gravi in questa fascia d’età. Difendersi da questo virus è più difficile perché non esiste vaccino, o meglio il vaccino c’è e sarebbe la socialità, lo stare con gli altri, l’incontrarsi, ma questo contrasta con i protocolli anticovid. Una soluzione di ragionevole compromesso, tuttavia, si potrebbe individuare nel fare tornare a scuola gli alunni almeno fino alla terza media, perché non si capisce cosa possa impedire ad un’alunna di seconda o terza media di essere in classe così come la sua amica di prima, considerando che è provato da diversi studi che i bambini non si contagiano a scuola e che per raggiungerla gli alunni delle medie ci vanno essenzialmente con mezzi propri (a piedi o in bici o in auto con genitori e nonni) e non usano mezzi pubblici.

Si tratta di mettere su un piatto della bilancia della salute pubblica un ipotetico e alquanto dubbio ulteriore rinforzo del contenimento dei contagi lasciando a casa i ragazzini di seconda e terza media, mentre sull’altro piatto si trova la certezza provata dai dati di un peggioramento significativo dell’equilibrio psicofisico dei nostri figli se si continua con la didattica a distanza. Noi adulti e soprattutto chi ha responsabilità di governo a livello centrale e periferico deve decidere cosa sia più importante: da preside e padre non ho alcun dubbio a ritenere che sia meglio preferire la tutela dell’infanzia dimostrando per una volta che il nostro è anche un Paese per giovani.

Buon lavoro e auguri per un sereno periodo pasquale.

Cordialmente

Gianni Trezzi, dS