26-01-24 Cerimonia della pietra d’inciampo

 Venerdì 26/01/24 eccoci di nuovo come l’anno scorso a commemorare la memoria di Francesco Cazzaniga, militare deportato e morto in un campo di concentramento in Austria. Il CCRR, due classi della Secondaria 3A e 3C,  il Sindaco, i rappresentanti delle forze armate e dell’associazione brianzola che si occupa della posa delle pietre d’inciampo si sono radunati presso la targa apposta sul muro della Cascina Caviana, per inaugurare la pietra d’inciampo dedicata al giovane soldato. La cerimonia si è aperta con la lettura del discorso preparato a due mani  dalla Sindaca del CCRR Lavinia Casati e dal Vice Sindaco del CCRR Leonardo Mallimaci, a nome dei ragazzi e delle ragazze. eccone dei passaggi: 

Lavinia Casati

Lui è nato nel nostro piccolo paese , a Verano Brianza, il 14 Aprile 1922 e viveva in via Cascina Caviana 3.

E’ stato chiamato in guerra nel 1941 presso il 13° reggimento Artiglieria.

Francesco fu catturato dai tedeschi l’8 settembre 1943 e internato in Polonia.

E’ stato portato nei campi per i prigionieri di guerra di Markt-Pongau, in Austria,

dove purtroppo morì a causa di una tubercolosi polmonare il 5 aprile 1945, aveva solo 22 anni, aveva ancora tutta la sua vita davanti.

Francesco si è meritato di essere ricordato per il suo sacrificio, per garantire a noi un futuro in libertà e democrazia. Questa pietra d’inciampo farà ricordare a chiunque passi i gesti eroici che lui ha compiuto per noi. 

 

Leonardo Mallimaci

Le pietre d’inciampo rappresentano una memoria di un passato oscuro, uno dei periodi più bui della storia europea: quando un numero spaventoso di persone appartenenti a varie categorie, furono deportate nei campi di concentramento.

Queste pietre non descrivono solo la sofferenza di singoli individui, ma simboleggiano la tragedia collettiva di intere comunità perseguitate.

Riflettendo su l’altissimo numero  delle persone internate, è fondamentale ricordare che i gruppi coinvolti erano diversi tra loro: ebrei, Rom, omosessuali, oppositori politici e molti altri.

Francesco Cazzaniga merita di essere ricordato per i suoi sacrifici.

Sacrifici che la guerra spesso porta a compiere: decisioni inconcepibili, fame, freddo, condizioni terribili.

Persino i comuni civili, coloro che non dovrebbero essere in nessun modo coinvolti, pagarono le conseguenze della guerra: erano costretti alla miseria, alla costante paura, a rifugiarsi sotto terra appena suonava la sirena che preannunciava i bombardamenti nemici. 

Questo è ciò che porta lo sforzo bellico, morte e distruzione, perdita e dolore.

Ognuno di loro condivise il peso insopportabile di un sistema politico che negava la loro umanità.

Le pietre d’inciampo hanno il compito di testimoniare silenziose  i morti, di cui, altrimenti non si avrebbe il meritato ricordo.

Per questo le pietre d’inciampo sono cruciali: esse servono a non dimenticare coloro che non hanno avuto la dignità di una sepoltura tradizionale, e a ricordare alle generazioni future le atrocità che possono scaturire dall’odio e dall’intolleranza.

 

Lavinia Casati

Al giorno d’oggi sentire che migliaia di persone sono morte così, perché venivano ritenute sbagliate mi fa rabbrividire; com’è possibile che tutto questo sia successo?

 Io continuo a chiedermelo ma non mi so dare una risposta, l’unica cosa a cui posso pensare è come noi possiamo far sì che ciò non accada più, anche se nel mondo ci sono ancora molti conflitti ognuno di noi deve pensare a realizzare il concetto di pace e secondo me riflettere su questa parola. 

Adesso vorrei appunto farvi riflettere su questa parola: ha solo 4 lettere ma dietro ha un enorme significato,  per me la pace è uno stile di vita. So che per qualcuno può non avere senso: ma pensate come  sarebbe vivere senza guerre, vivere in una maniera dignitosa, vivere con persone che ti stanno accanto, ma soprattutto vivere senza la paura. La paura di essere uccisi, come quella che provarono i deportati nei campi di concentramento, ma anche banalmente nelle cose che facciamo quotidianamente come non avere paura di sbagliare o risultare ridicoli agli occhi degli altri perciò vi invito tutti a pensare cos’è la pace per voi e nel vostro piccolo cercare di realizzarlo. 

Io sono una ragazza di 13 anni che crede fortemente nelle persone e credo che ognuno di noi in questa giornata stia pensando a ciò che è successo e alle persone che purtroppo non sono riuscite a sopravvivere alla guerra perciò pensate a noi ora a quanto siamo fortunati a vivere in un paese dove ora la guerra non è presente, a non essere in un campo di concentramento ma soprattutto essere liberi, e se noi adesso abbiamo una vita così dobbiamo ringraziare i partigiani e coloro che hanno creduto nella pace. 

Vorrei concludere con un pezzo di una poesia di Gianni Rodari :”Ci sono 

cose da non fare mai,né di giorno né di notte,né per mare né per terra:per esempio, la guerra”. Queste parole descrivono perfettamente il mio pensiero:  la guerra non si deve mai fare in nessuna occasione perchè basta il dialogo tra le persone ma spesso si pensa che la guerra sistemi tutto, le armi, i soldati sembra quasi una gara a chi ha l’esercito più numeroso o a chi distrugge per primo un Paese; ma questo non serve, spesso gli adulti non sanno avere dialogo tra loro ma è quello che dovrebbero fare per non commettere più certi errori fatti in passato. 

Ricordate e non dimenticate mai ciò che è successo. 

Grazie per la vostra attenzione!”

I presenti si sono complimentati con Lavinia e Leonardo, perchè hanno espresso il pensiero comune, raccogliendo davvero il compito di tramandare la memoria e soprattutto di suggerire la vera via per la pace: la pace portata dal dialogo, che purtroppo anche oggi non è sempre seguito.